© Enrico Collura - sito personale - non viene effettuata vendita
Sessanta famiglie, sessanta cognomi che tutti i grossetani, o quasi, conoscono bene insieme ai loro soprannomi, alle loro botteghe o attività, agli aneddoti e ai modi di dire legati alla loro storia familiare: “la cavalla del Peccianti”, “siamo passati dall’Orto del Chiti...”, “mangiachicchi e dighedò” e molti altri, sempre simpatici e mai offensivi. Giancarlo Capecchi è lieto di presentare questa pubblicazione che raccoglie racconti “veri”, narrati dagli stessi familiari. Grazie a queste testimonianze, con la maggior parte di questi cognomi, è stato possibile raccontare la “prima storia dell’indipendenza di Grosseto” (come ama definirla), che ha segnato l'abbandono della tutela imposta per secoli dalle città-stato della Toscana o da altri poteri forti italiani e stranieri, e ha contribuito alla crescita di questa terra, diventata motivo di orgoglio.
È vero, c'è ancora molto da fare per "avere il nostro", ma chi oggi non si sente orgoglioso di essere maremmano? O grossetano? Capecchi ringrazia queste persone e le tante altre famiglie che non hanno avuto un capitolo nel "Libro d'oro", sebbene ciò fosse impossibile. Inoltre, esprime gratitudine alle tre aziende, Banca della Maremma, Ol.Ma e Vibralcementi, che ha scelto di includere per rappresentare il legame tra passato e presente e per guardare, attraverso il loro esempio di intraprendenza, serietà e impegno, al futuro della città e del territorio.
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